sabato 23 febbraio 2013

AVREI VOTATO OSCAR GIANNINO, SE QUESTO FOSSE IL SUO VERO NOME


Secondo me Renzi vota Ingroia. Renzi mi piace, devo ammetterlo, è come il tassista di Miami-Vice, uno che se la caverà sempre, uno che sbaglia poco, soprattutto con l'elettorato femminile, qual'è il suo segreto? Mette gli anticoncezionali nelle scatolette di tonno?. Guardare Renzi è come guardare quei video col gatto che indossa il papillon e fa cose improbe come avviare "l'anteprima di stampa" da word. E tu sei li che abbracci la piattaforma sindacale della stampante, contro il felino. Ma alla fine ce la fa, il gatto ce la fa. Contro ogni sindacato, metodo Marchionne. Allora capisci che non devi mai sottovalutare nessuno. Non puoi pensare che il target di Renzi siano gli 11enni alcolizzati, gli esattori di Re Giorgio o chi si disfa del cadavere di una spogliarellista avvolta nella tendina della doccia. Le elezioni in Italia non hanno regole, è come essere ad un barbecue di taglialegna, con un pizzico di Brodway, il miglior musical sull'utero della tua donna dei sogni. Poi finisce, di solito, con un colpo di tosse secca a coprire il brusio delle promesse elettorali.

Ma questa volta è diverso, ci voglio credere, questa volta cambierà davvero. Avrei votato Oscar Giannino se fosse questo il suo vero nome. 

Poi invece torna sempre la stessa impressione:  alla fine non cambia mai niente, e se si cambia si cambi di pochi millimetri a legislatura. Certo potrebbe andare peggio: potrebbe esserci Oscar Giannino, se questo fosse il suo vero nome. E Casini, con i suoi abiti da colonscopia. E Hilary Clinton Presidente. Tutti e tre in una stanza. E comunque dovermi tagliare il melone da solo.

Molti giovani precari come me incidono sul Pil solo attraverso la propria colite. Noi che siamo senza soldi, che andiamo alle inaugurazioni degli articoli determinativi, per scroccare qualcosa da bere grazie alla nostra laurea conquistata con virtuisimi familiari che hanno puntato tutta l'argenteria del Monopoli sulla laurea del primogenito, e che si trovano con una sequela di menzogne sull'affitto, perche nessuno di noi vuole ammettere la disdetta e cosi creiamo spy story ambientate in acqua gym per non far preoccupare mamma e papà. Alcuni di noi ingoiano ovuli di gel monofasico e si imbarcano a Fiumicino verso gli Emirati Arabi per vendere il fissante nel mercato nero del look delle teen ager figlie di imam insicuri. Nessuno di noi nati negli anni 80' può pensare di metter su famiglia. Chi è cosi sconsiderato? Fare famiglia? Solo chi riesce a passare la prova individuale più ardua del nostro tempo: un dildo lungo come "due puntate della Fattoria nella Prateria" e restare indenne, solo lui, lui solo, può farcela e fare famiglia.

Noi della generazione degli anni 80' quando usciamo con la macchina, ci mettiamo in formazione a V per risparmiare carburante, come al tour de France.

Grillo è un pò come Foreman a Kinshasa, è un pò come il magnifico rettore che inaugura una cabina telefonica, è l'aspettativa che va oltre la realtà. Semioticamente rappresenta una concretezza incorniciabile, perfetta, da parete. Ho il terrore che la semiotica si porti dietro soluzioni impraticabili come lo shampoo anticamorra. Mi spiego?. E' una soluzione semantica. Grillo è un pò un Superman che entra illegalmente in USA e basta l'ufficio immigrazione, nemmeno la criptonite, per far crollare il castello. Casaleggio non è Camillo Cienfuegos. E nessuno può travestirsi da criniera e pensare di spassarsela in qualche maneggio, fino a fine legislatura. Ma in fondo avrei votato Grillo, se non avessi votato il programma più interessante in assoluto "Millantare per fermare il declino".

A volte mi chiedo come abbiano fatto a sopravvivere all'introduzione delle porte girevoli gli elettori della lega, quella è la loro principale causa di mortalità nella macroregione della via lattea.