domenica 14 novembre 2010

Il Festival della mancanza di idee


(in foto: un'alternativa al surriscaldamento globale delle nissan micra)

Sono andato al festival del documentario, al cinema Aquila. Quelle serate tra persone che hanno approssimativa dimestichezza con l'alfabeto, altre vittime di scarsa considerazione, altre ancora, le meno attezzose, credono d'aver tradotto emily dickinson per i meridiani mondadori nei ritagli di tempo delle scale mobili all'ovviesse.

Sono uscito dalla kermesse a notte fonda, attaccatissimo come non mai al mio dialetto pugliese, come quando esci da un concerto dei sud sound system. Il problema è che non sono mai stato in puglia e considero il reggae musica paranoico-mistificatoria pari alle rivendicazioni di casa pound su pasolini, che guevara e il caso cucchi.

Ascoltare le domande dal pubblico al regista, salvatore mereu, è come usare il deodorante stick di Mengele come lucidalabbra. Alcuni fanno rimandi a De Seta, altri criticano la carenza di mamme italiane, altri incoraggiano le inquadrature dei palazzi dal retro. E' tutto un petting da cineforum delle brigate rosse misto all'ala di Marino del PD.

La cosa piu raccapricciante è che si informano se il cadavere di vitello è stato macellato secondo prassi halal Islamica, o kosher ebrea, che poi è sempre dissanguamento atroce, non ce la farei mai a vedere una donna che mestrua a terra come cappa d'olio della nissan micra dopo il secondo dosso rallenta-traffico. L'unica colpa delle bestie è di non avere cotone all'ombelico come ognuno di noi primati superiori.

Se andassi via sarei il solito scotomizzato autoreferenziale di autonomia operaia della sezione "barbabietola da zucchero". Resto. Le coercizioni di Nevermind sono nulla, Sid Vicious costretto a vivere ad Isernia, ancora meno al confronto. Ma ora Dovrei fare una domanda.

Sono indeciso se tornare a casa a montare a neve il clitoride della mia ragazza dopo averlo meticolosamente insaponato e affilato alla ruotapiombata della ciclette. O fare 'sta cazzo di domanda.

Alzo la mano, prendo fiato, Mereu mi passa il microfono da sala "Capisco che per alcuni evitare di sbaffare di rossetto la forchetta sia una delle uniche mete davvero alla propria portata, chiederei di non imporre agli altri con dovizie di particolari il susseguirsi dei vostri sistematici fallimenti, riservateli per i Caf della Uil".